Pollein mon amour
Ci sono al mondo posti da sogno, dove tre giorni passano in un lampo. Decisamente nel novero non č compreso Pollein, la sinistra landa dove i minuti diventano anni e le giornate secoli. Di conseguenza risulta facile immaginare l'umore della colonna che, una bella (?) mattina di aprile muoveva verso la spianata dei conigli. I Fux e i loro compagni di sbalzo, gli Arresto, toccano addirittura il cielo con un dito. Le tre giornate seguenti furono poi un esempio di come il diavolo sia a volte pił brutto di come lo si dipinge. Inutile sottolineare come questo valga solo per i suddetti Fux e affini; non si vede infatti come si possa definire gravoso un programma che prevede: sosta nel bosco, apparizione con armamento completo ( gavetta e posate, si intende ), dejeuner sur l' herbe, nuova sosta nel bosco, ritorno alla branda mentre qualcun altro si ammucchia in tende non a caso ribattezzate canili ( della serie: i mortaisti trovano lungo ). Per tornare alla truppa meno fortunata, solo alcuni piccoli ma significativi episodi evitarono una caduta verticale nello sconforto pił nero. Per esempio: la Madonna non si limitava a sorridere dal reticolato basso, ma pietosamente intercedeva in favore del buon Di Pietro, il cui lancio di bomba ( da guerra ) superava a stento le due spanne. Oppure l'AUC Iovinelli, che immedesimandosi sino in fondo nella parte del Fux che striscia come un verme, si trascinava a deretano scoperto arrivando nudo alla meta sotto lo sguardo del Sign. Capitano nonchč del Sign. Colonnello in persona. Comunque, striscia di qui, rotola di lą, attacca di giorno e attacca di notte, con un buio che neanche ad Aquaviva ( l'AUC che vede i proiettili, ndr ) riuscģ di vedere le sagome, arrivņ l'ora del ritorno; e per concludere in bellezza, et voilą, ecco pronto un bel rientro sotto forma di corsetta di mezzanotte.
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